Pubblicato in Italia nel 2018 da Ghenos Games, Coimbra è un gioco da tavolo ambientato nel Portogallo del XVI secolo, in piena età delle esplorazioni. I giocatori vestono i panni di nobili famiglie che competono per ottenere influenza, ricchezze e prestigio nella città universitaria di Coimbra.
Nonostante la sua struttura da eurogame medio, Coimbra riesce a essere sorprendentemente accessibile anche a chi si avvicina per la prima volta a questo genere.
Le regole sono chiare, la durata contenuta (circa 75-90 minuti) e le scelte, pur significative, non risultano mai schiaccianti. È uno di quei titoli che si spiegano in mezz’ora ma offrono soddisfazione a ogni partita.
Se si vuole qualche cosa di molto più impegnativo questo è da provare: Cooper Island: il gioco “stretto” che premia solo i navigatori più abili.
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Impatto visivo e qualità dei componenti
Pur non essendo un titolo recente, Coimbra mantiene ancora oggi un discreto impatto estetico. Le illustrazioni di Chris Quilliams (lo stesso artista di Azul) sono pulite e colorate, con uno stile rinascimentale riconoscibile e piacevole.

Il tabellone di medie dimensioni, ricco ma ben leggibile, rappresenta una mappa di Coimbra su cui si muovono i pellegrini, e ogni componente è curato: dadi dai colori pastello, carte personaggio con icone chiare, segnalini in legno e plance personali spesse.
I portadadi, realizzati in plastica rigida, sono funzionali e ben realizzati, ma lasciano la sensazione che si sarebbe potuto osare di più sul fronte dei materiali o del design.
Nel complesso, il comparto grafico e dei materiali è superiore alla media dei giochi dell’epoca e ancora competitivo con molte produzioni moderne.
Le meccaniche di Coimbra
Il cuore del gioco è il piazzamento e selezione dei dadi. A ogni turno i giocatori pescano e scelgono dadi colorati da un pool comune.

Il valore del dado indica la priorità d’azione (più alto = prima scelta tranne nella prima azione), mentre il colore determina la rendita che si otterrà a fine round su uno dei quattro tracciati d’influenza: militare, religioso, accademico o commerciale.
Dopo aver piazzato i dadi negli appositi slot, si acquistano carte personaggio che forniscono bonus immediati, effetti permanenti o punti a fine partita. Ogni round termina con la riscossione delle rendite e l’avanzamento dei pellegrini lungo il percorso dei monasteri, altro modo per accumulare punti vittoria.
La struttura è lineare ma densa: Coimbra bilancia in modo raffinato scelta tattica (quale dado prendere) e strategia di lungo periodo (su quali tracciati puntare). L’alea è presente, ma mitigata da numerose possibilità di adattamento.
Pro e contro di Coimbra
Uno dei principali punti di forza di Coimbra è la sua eleganza: riesce a offrire scelte strategiche appaganti senza risultare mai pesante o macchinoso.
La meccanica dei dadi, che unisce valore e colore in un sistema di decisioni multilivello, è brillante e mantiene viva la tensione per tutta la partita.
Le regole sono chiare, la durata equilibrata e la grafica curata rende il gioco piacevole anche dal punto di vista estetico.
Tuttavia, la longevità non è infinita: dopo diverse partite, alcune strategie tendono a ripetersi e l’elemento sorpresa si riduce.
Anche l’ambientazione, pur gradevole, resta piuttosto astratta, il che può farlo percepire come un esercizio di pura ottimizzazione più che un viaggio immersivo nel Portogallo rinascimentale.
Scalabilità di Coimbra
Dal punto di vista della scalabilità, Coimbra si comporta in modo sorprendentemente equilibrato. È considerato da molti un best in 3 giocatori, la configurazione ideale in cui il ritmo rimane serrato e la competizione sui dadi raggiunge il giusto livello di tensione senza allungare troppo i tempi.
In due giocatori il titolo resta piacevole e strategico, grazie a un adattamento ben studiato che preserva le scelte chiave, anche se la contesa per i dadi risulta inevitabilmente più controllabile.
In quattro, invece, il gioco guadagna in interazione ma può diventare leggermente più lungo e imprevedibile. Nel complesso, Coimbra offre una scalabilità solida e coerente, riuscendo a mantenere la sua identità in ogni configurazione di gioco.
A chi consigliamo questo gioco
Coimbra è un ottimo punto d’ingresso per chi vuole avvicinarsi ai giochi gestionali europei senza affrontare subito titoli più impegnativi. Funziona benissimo con 3-4 giocatori, ma anche in due mantiene tensione e controllo.
Lo consigliamo a chi ama scelte ponderate ma non stressanti, a chi apprezza la bellezza del materiale da tavolo e, soprattutto, a chi cerca un titolo che premia la pianificazione ma non punisce gli errori.
Per i veterani resta un elegante “filler strategico”, per i nuovi arrivati può essere il gioco che fa scoprire il piacere dei veri eurogame.
Coimbra: la nostra opinione
Coimbra è un titolo solido e raffinato, ma non rivoluzionario: conquista per equilibrio e pulizia, più che per innovazione o intensità tematica.
È uno di quei giochi che dimostrano come una buona progettazione possa resistere nel tempo, anche senza meccaniche eclatanti o novità clamorose.
Certo, un po’ il peso degli anni si sente, soprattutto se confrontato con gli eurogame più recenti e complessi, ma non in modo tale da sminuirne il valore.
Rimane un’esperienza fluida, ben congegnata e piacevole, capace di intrattenere sia chi muove i primi passi nel genere sia chi cerca una partita più rilassata ma comunque strategica.
Valutazione finale
Sintesi dei criteri che compongono il nostro giudizio su Coimbra (Eggertspiele).
Buona qualità generale, grafica curata ma portadadi migliorabili
Elegante e bilanciato, con scelte significative ma non rivoluzionarie
Best in 3 giocatori, solido anche in 2 e 4
Buona ma limitata sul lungo periodo
Voto finale: 7.5/10
